Diario minimo del coronavirus da agosto a oggi
ROBERTO COLONNA & LORENZO L. BORGIA
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 26 settembre 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia).
Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società,
la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste
e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: INFORMAZIONI E COMMENTI]
Durante il mese di aprile abbiamo concepito un
piano di progressiva riapertura secondo un criterio esclusivamente medico a
beneficio e protezione di tutta la popolazione del Paese. L’obiettivo dell’eliminazione del
virus dal territorio nazionale richiede che si operi coerentemente al fine di portare
a zero il numero delle persone che ospitano il virus e, pertanto, la drastica
riduzione dei contagiati ottenuta con il lock down doveva essere responsabilmente
preservata e non compromessa dall’apertura indiscriminata a flussi di persone provenienti
da aree nazionali o estere in cui vi è una grande densità di infetti.
Per tale ragione, noi avevamo proposto un criterio di graduale e vigilata
apertura alla circolazione delle persone, cominciando dalle regioni fra loro vicine
che avessero raggiunto il livello zero per nuovi contagi, pazienti in terapia
intensiva e deceduti, estendendo poi progressivamente l’area di libero transito
alle regioni man mano giunte a quota zero. Nel nostro piano, il flusso bidirezionale
con l’estero sarebbe dovuto avvenire solo con nazioni con contagi prossimi allo
zero; in altri termini, si sarebbe dovuta rimandare la completa riapertura delle
frontiere e valutare selettivamente gli scambi con i paesi a basso rischio di
trasmissione. Suggerivamo controlli in porti, aeroporti e stazioni ferroviarie
con obbligo di mostrare un certificato di negatività al tampone per i passeggeri
provenienti da aree con alta diffusione del virus. Prevedevamo, poi, una serie
di condizioni in cui ritenevamo opportuno eseguire test sierologici a tappeto,
seguiti dai classici test sui tamponi per i positivi agli anticorpi anti-SARS-CoV-2.
Senza proseguire ulteriormente nell’esposizione delle misure da noi
previste, e ignorate dai gestori politici della materia sanitaria, qui registriamo
le impennate delle curve dei contagi già nel mese di agosto, con un ritorno in
poco tempo a mille nuovi contagi in un giorno, dopo aver avuto la maggioranza
del territorio nazionale senza nuovi casi per varie settimane. La gente, in
Italia, ha ripreso a morire di coronavirus, sacrificata sull’altare dell’incapacità
politica di risolvere i problemi economici in modi diversi dalla riapertura indiscriminata
di tutto, come se SARS-CoV-2 fosse improvvisamente scomparso dal pianeta, invece
di essere in crescita nella maggior parte dei territori nazionali fuori dell’Italia.
Nel nostro articolo Perché in Italia le nuove conoscenze su SARS-CoV-2
sono ignorate?[1] abbiamo affrontano nel dettaglio i
problemi delle misure preventive, proponendo il confronto fra Taiwan, dove vi
era l’obbligo di mascherine a filtraggio virale all’aperto e si sono avuti solo
7 morti da coronavirus su 24 milioni di abitanti, e lo Stato di New York dove
non vi era l’obbligo nemmeno della mascherina chirurgica e si sono avuti 24000
morti su 20 milioni di abitanti. Il lavoro recensito in quell’articolo completa
e integra i dati sulla trasmissione aerea del virus attraverso goccioline microscopiche
emesse con la parola e persistenti nell’aria per ore dopo l’emissione, dati che
erano stati compiutamente esposti in Trasmissibilità aerea e persistenza del
nuovo coronavirus sulle superfici[2]. Qui non vogliamo ripetere i
contenuti di assoluto interesse degli articoli pubblicati nelle sezioni “IN CORSO”
e “NOTE E NOTIZIE” del sito, ai quali rimandiamo soprattutto coloro che non li
abbiano ancora letti, ma solo ripercorrere nello stile delle “Notule”, con
brevi commenti, i fatti salienti associati al nuovo crescere dei contagi, delle
sofferenze e delle morti da SARS-CoV-2.
A metà luglio i decessi da coronavirus accertati e denunciati all’OMS hanno
superato i 575000, ma si ritiene che i numeri reali, inclusivi di tutti i casi
non rilevati o registrati, siano stati spaventosamente più alti.
Ad agosto in Italia, in pochi giorni, si è passati da un ordine di grandezza
di oltre quattrocento nuovi contagiati a seicento, poi a ottocento, e il 27
agosto l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato 1411 nuovi casi, con 5 decessi,
e rilevato 490 nuovi focolai di infezione da SARS-CoV2, prevalentemente causati
da virus portati dall’estero. Il 28 agosto i nuovi casi sono stati 1462 e i
deceduti 9; nello stesso giorno in Francia più di 7000 in un giorno; 42.000 in
24 ore negli USA; 44.000 in Brasile.
La sensazione di aver gettato alle ortiche tutti i sacrifici del lock down
era ormai diffusa in quei giorni, e molti ci hanno contattato sperando in un
nostro intervento attraverso la commissione tecnico-scientifica.
Durante il giorno, le spiagge libere dei litorali laziale, campano e di
altre regioni del sud erano gremite di folla priva di mascherina e ammassata
senza alcuna considerazione delle distanze necessarie alla prevenzione, e alla
sera, in tutta Italia, si spostavano turbe di persone facendo calca intorno a
vari tipi di locali pubblici e discoteche: come se si stesse festeggiando l’improvvisa
scomparsa di SARS-CoV-2. Sappiamo che alcune migliaia di diportisti con yacht, cabinati
e motoscafi, dopo aver fatto giri nel mediterraneo con tappe in Grecia, Sardegna,
Spagna e Nord Africa, sono andati ad attraccare in porti e porticcioli delle nostre
regioni, dove le coste sono meno controllate o vi sono più spiagge libere.
Lo scellerato atteggiamento dei media in Italia ha presentato come un
successo il calo di nuovi casi poco sotto i 1000 per un paio di giorni. Il
primo di settembre i ricoverati in terapia intensiva in condizioni gravi aveva
già raggiunto i 107 e 8 persone erano morte per SARS-CoV-2 nelle ultime 24 ore.
Il 2 settembre i nuovi contagi erano 1326 con 6 deceduti, il 3 settembre 1397 –
peraltro con un numero di tamponi inferiore di quello del giorno precedente – e
le persone gravi ricoverate in terapia intensiva avevano raggiunto le 120,
aumentando di 11 unità nelle 24 ore, mentre altre 10 persone sono morte per COVID-19
in quel giorno. Al 3 di settembre nessuna regione italiana era più a zero
contagi e la Campania con 193 contagi arriva al secondo posto dopo la Lombardia
che ne conta 228; terzo il Lazio con 154, seguito da Emilia Romagna (118),
Veneto (115) e Toscana (113).
Il 4 settembre i nuovi contagiati salgono a 1733 in 24 ore con 11 morti, e
si registrano 2723 insegnanti positivi ai test sierologici in Lombardia; a Roma
il primo studente di liceo contagiato a scuola, con conseguente “isolamento in
casa” di 60 persone. L’ospedale più grande del mezzogiorno d’Italia, cioè il Cardarelli
di Napoli, chiude il Pronto Soccorso dopo aver registrato fra i membri del
personale sanitario dieci positivi al SARS-CoV-2. I dati italiani sui contagi sono
comparabili con quelli rilevati tra la fine di aprile e il 2 maggio. Nello
stesso giorno i casi registrati in Francia sono quasi 9000 e in Spagna 4503: in
alcune emittenti televisive si impiega questo riferimento per minimizzare il picco
di positivi in Italia. Ancora, nello stesso giorno sono stati pubblicati
documenti del comitato tecnico-scientifico (fino allora segretati dai politici)
nei quali si chiedeva con urgenza l’istituzione di zone rosse (alcune già il 3 di
marzo); richieste disattese, con decisioni procrastinate arbitrariamente.
Il 5 settembre 1695 nuovi contagi e 16 morti in Italia; nel mondo 26 milioni
di nuovi casi e 871 decessi. Il giorno dopo, nel nostro paese, i nuovi contagi
sono circa mille e trecento con sette decessi e il seguente, mentre cresce il
numero dei nuovi decessi raggiungendo i dodici in 24 ore, i nuovi contagi sono 1108.
L’8 settembre i contagi sono 1370 e i morti sono dieci, ma il calcolo della
tendenza indica l’allarme per la regione Campania, che presenta stabilmente il
maggior incremento percentuale: infatti, YouTrend riporta il 3,06% di
incremento per la Campania, seguita dalla Puglia in crescita del 2,42%, dalla
Sardegna che, sebbene abbia avuto una concentrazione di focolai, compreso
quello del contagio di Briatore, Berlusconi e figli, rimane a 1,99%, poi la
Sicilia con 1,76% e la Basilicata in crescita dell’1,42%. Il sud,
verosimilmente per ragioni turistiche, fa registrare il maggiore incremento, ma
non si pone in atto nessun nuovo intervento e viene tollerata la trasgressione
frequente delle poche misure di prevenzione rimaste. In Campania si passa dai 61
nuovi casi del 22 agosto, già considerati allarmanti, ai 249 dell’8 settembre (220
il giorno prima) con 9 ricoverati in terapia intensiva e un numero complessivo
di 448 morti. Lo stesso giorno in Lombardia, regione che mantiene il triste
primato dall’inizio dell’epidemia, i nuovi contagi sono 271 e 2 i decessi;
dunque, la Campania è seconda in numero assoluto sul piano nazionale, seguita
dalla Puglia con 149 nuovi casi e dal Lazio con 129.
Il cambiamento di trend doveva far riflettere ed agire. In Toscana l’8
settembre i nuovi contagi sono 59, meno di un quarto di quelli campani e quasi
la metà è costituita da contatti di precedenti casi scoperti col programma di screening.
Il Piemonte, fra le regioni più colpite dall’inizio della pandemia, fa
registrare nello stesso giorno solo 42 nuovi contagi, ossia meno di 1/6 di Lombardia
e Campania.
Il 9 settembre 1434 nuovi casi e 14 deceduti, mentre salgono a 150 i
ricoverati in terapia intensiva; il maggior numero di nuovi contagi ancora in
Lombardia (218) e Campania (203), seguite dal Lazio (175); solo la Valle D’Aosta
non fa registrare nuovi positivi a SARS-CoV-2.
Il 10 settembre salgono a 1597 i nuovi casi, con 10 morti e 164 in terapia
intensiva, e si registra a Firenze il contagio a scuola di un bambino di 8 anni,
con la conseguente quarantena di due classi. Avviati i test sierologici al
personale della scuola: 13.000 positivi che non possono prendere servizio fino
a negatività del tampone (RAInews 24). Da tre settimane si è sempre oltre i
mille nuovi contagi al giorno.
Ancora Lombardia (245), Campania (180) e Lazio (163) le regioni più colpite
e la Valle D’Aosta si conferma l’unica regione senza nuovi casi. Crescono i
contagi in Toscana (92).
I numeri in molte regioni sono quelli di marzo (anche se l’ISS dichiara che
complessivamente sono nelle medie di febbraio), ma non si considerano misure
per ridurre la diffusione del contagio e il ripristino dell’obbligo di
mascherina con multa per i trasgressori. Il mancato intervento delle autorità
viene giustificato con la proporzione più elevata di positivi asintomatici.
Approvato dalla FDA negli USA un test salivare rapido, la cui sensibilità
ha dato esiti diversi in due studi: lievemente superiore a quella del test
standard su tampone, nel primo, e decisamente inferiore nel secondo. I
giornalisti italiani chiedono se esiste in preparazione un test italiano perché,
impegnati come sono a trasformare la ricerca scientifica e lo sviluppo di
strumenti diagnostici e terapeutici in una competizione fra stati nazionali,
ignorano che, da sempre, farmaci e presidi sanitari sviluppati e registrati seguendo
i protocolli scientifici internazionali possono essere adottati in tutto il
mondo.
L’11 di settembre si diffonde la notizia della positività a SARS-CoV-2, rilevata
il giorno prima, del presidente del Napoli Aurelio De Laurentis, immortalato
dai media privo di mascherina alla riunione della Lega Calcio di Serie A. Si
sottopongono a test per tampone tutti coloro che sono entrati in contatto con
lui nella sede dell’incontro.
I nuovi contagi, sempre in crescita, sono 1616 e altri 10 pazienti sono morti
per COVID-19, come nel giorno precedente. La Lombardia è sempre la più colpita,
con 257 nuovi casi, ma la Campania non è più al secondo posto, per il notevole
aumento registrato in altre quattro regioni: Veneto 173, Emilia Romagna 152,
Lazio 148, Toscana 147. La Campania è al sesto posto con 140 nuovi positivi,
seguita dalla Sicilia con 104. Anche in Valle D’Aosta si registrano tre nuovi
casi, così nessuna regione è a zero.
Il 12 settembre a Pavia una bimba di 4 anni dell’asilo è risultata positiva
al coronavirus e l’intera classe, insieme con le maestre e tutto il personale
venuto in contatto, è stata posta in quarantena, accrescendo ulteriormente il numero
dei contagiati del comparto scuola in “isolamento domiciliare”. Per inciso, il
periodo di quarantena rimane di 14 giorni, nonostante ricercatori e medici che
studiano SARS-CoV-2 abbiano denunciato l’arbitrarietà di questa durata,
proponendo i dati reali rilevati nelle popolazioni colpite e pubblicati dal
mese di dicembre. Pur considerando sufficienti le due settimane, quanti saranno
davvero in grado di andare a scuola, se si considerano le migliaia di insegnati
risultati positivi ai test sierologici?
Indipendentemente da questi dati, il ministero dell’istruzione conferma le
date (dal 14 in poi) di riapertura delle scuole. Mara Galli, dirigente dell’Istituto
Comprensivo Minervini Sesti di Rieti, fa presente che le mascherine chirurgiche
pediatriche che sono state inviate per i bambini nella fascia di età che va dai
sei ai dieci anni, basteranno per due soli giorni di didattica: se non arrivano
altre mascherine cosa si fa, si chiude la scuola il terzo giorno?
Varie Regioni hanno deciso di rinviare l’inizio della scuola; Vincenzo De
Luca dichiara di non poter fornire una data sicura di ripresa delle attività
scolastiche in Campania.
Rimane controverso se l’accertamento quotidiano della temperatura degli
scolari a scopo preventivo si possa affidare alle famiglie, come vuole la
direttiva ministeriale, o non sia più opportuno dare il compito alle scuole,
come rivendicato in alcune regioni (Piemonte) e da alcuni responsabili scolastici
della prevenzione.
Noi riteniamo che sia imprudente riaprire le scuole alla normale
frequentazione in questi giorni e che, se si fosse lavorato con impegno da marzo
a settembre per organizzare la didattica a distanza, ci sarebbe stato tutto il tempo
necessario per la soluzione dei problemi tecnici e l’acquisto di computer da
mettere a disposizione delle famiglie meno abbienti.
Il 12 settembre i nuovi casi sono 1501 e si registrano altri 6 morti; aumentano
ancora i ricoverati in terapia intensiva. Nel Paese si contano altri 691 nuovi
focolai per un totale di 2280: il confronto con il 27 agosto, appena 16 giorni
prima, è impietoso. In quasi tutte le regioni più colpite una percentuale
significativa dei nuovi contagi è costituita da persone tornate dalla Sardegna –
a loro volta infettate sull’isola da persone provenienti dall’estero – e da
pazienti che sono entrati in contatto con rientrati dall’isola: Christian Solinas
ha emesso una nuova ordinanza che richiede un certificato di negatività al
virus per l’accesso all’isola. Che senso ha quando sono finite le vacanze e il
turismo balneare dall’estero? Se l’ordinanza fosse stata emessa prima dell’estate,
si sarebbero evitati i focolai sardi con contagiati poi diffusi in tutta l’Italia
ma, soprattutto, c’è da chiedersi: quanti morti in meno ci sarebbero stati?
Israele ritorna al lock down con il confinamento in casa dei
cittadini e giorni di chiusura totale di esercizi commerciali e locali di ogni
genere, secondo i nostri media per 14 giorni. Negli USA sono numerose le
commissioni mediche che suggeriscono in vari Stati un nuovo lock down,
per il momento rifiutato.
Domenica 13 settembre si registrano 1458 nuovi casi, 7 pazienti morti e un
aumento a 187 dei pazienti in terapia intensiva (100 solo in Piemonte), fra i
quali anche un primario di un ospedale di Napoli. La Lombardia rimane al primo
posto per contagi nelle 24 ore, con 265, seguita da Emilia Romagna, Lazio,
Veneto e Campania. Aumentano i ricoveri ospedalieri (91). A fine agosto e inizio
settembre il maggior numero di nuovi casi era costituito da giovani che rientravano
dalle vacanze, nell’ultima settimana l’età media dei contagiati si è
decisamente elevata, perché costituita in gran parte dai familiari dei giovani
che hanno portato il contagio in casa e da contagiati fra medici, infermieri, lavoratori
della ristorazione, personale scolastico, vigili urbani, poliziotti e contatti
di membri di queste categorie.
Un paziente ammalatosi nei primi giorni di marzo, Angelo Palazzi, dopo un
iter che lo ha visto spesso vicino alla morte, il 13 di settembre è dichiarato
guarito e intervistato per RAI1: racconta che nei primi giorni di marzo ha
incontrato un amico che non vedeva da tempo, così lo ha salutato e abbracciato;
dopo qualche giorno l’amico è stato ricoverato ed è morto. Ritiene di essersi
contagiato da lui: ha perso 20 chili, diventando invecchiato, emaciato e
irriconoscibile rispetto alle foto di sei mesi prima, ha riportato un danno
polmonare impressionante ed esiti cardiovascolari. Il decorso della malattia è durato
sei mesi.
Il 14 settembre si rende noto che il lock down deciso dal governo di
Israele è di 21 giorni, in considerazione della durata media del periodo infettante;
la decisione non è condivisa da alcuni politici israeliani, che si dimettono. Le
tre settimane decorrono a partire dal 18 settembre.
Lunedi 14 settembre è il primo giorno di scuola in Italia per 12 regioni,
secondo quanto fortemente voluto dalla ministra Lucia Azzolina, che ha fatto
della data di riapertura delle scuole una decisione irrevocabile, difesa con
caparbia ostinazione per partito preso, come se non fosse una questione da
valutare con la maggiore prudenza possibile e il massimo buon senso, ma un
punto d’onore personale, non tenendo conto che la realtà attuale è peggiore di
quella di maggio-giugno quando le scuole erano chiuse. A Genova, in una scuola
in cui mancavano i banchi singoli, l’insegnante ha cercato una discutibile
soluzione: una fotografia mostra i bambini in ginocchio sul pavimento davanti
alle seggioline distanziate, che fungono da banchi.
I morti del giorno in Italia sono 14, raddoppiati rispetto al giorno precedente,
ma sono stati eseguiti 27000 tamponi in meno (!). La drastica riduzione dell’accertamento
virologico ha fatto sì che nel primo giorno di scuola si registrasse una
rassicurante riduzione del numero dei contagiati: 1008. Intanto, aumentano a
197 i pazienti trattati in terapia intensiva: dieci più del giorno prima. Complessivamente
i ricoverati per COVID-19 sono giunti a 2122.
In Toscana il 14 si registrano 59 nuovi casi, due di essi a Firenze, con un’età
media di 43 anni (il 24% è nella fascia da 0 a 26 anni); circa la metà è costituita
da persone entrate in contatto con pazienti già dichiarati guariti, uno era
rientrato dall’estero, due residenti fuori regione in viaggio in Toscana. A
Prato è avvenuto un nuovo decesso: un uomo di 51 anni.
Berlusconi viene dimesso e dichiara di aver superato la prova più
pericolosa della sua vita.
L’OMS comunica il triste record di 307930 nuovi contagi nel mondo in 24 ore,
mentre il bilancio globale dei morti è ormai vicino al milione di persone, con
28 milioni di contagi diagnosticati e denunciati all’organismo internazionale.
Questi dati sembrano essere la peggiore preparazione al temuto secondo picco
autunnale.
Il 15 settembre sono 1229 i nuovi contagiati e 9 le persone decedute per
coronavirus nelle 24 ore. I ricoverati in terapia intensiva salgono a 201. Nell’ultima
settimana i 70 morti per coronavirus in Italia sono passati del tutto
inosservati nei media, senza alcun commento, senza alcuna parola di pietà: sono
solo un numero da pronunciare in fretta, perché sono morti che “non contano”;
che “non devono contare” e tutti devono considerare inevitabili e accettabili.
Ma noi sappiamo che con misure più rigorose, e soprattutto con un controllo
costante del rispetto delle regole, SARS-CoV-2 non sarebbe arrivato a quelle
persone.
Una riprova di quanto abbia pesato l’allentamento delle misure preventive
lo abbiamo nel confronto fra Toscana e Campania. Dall’inizio della pandemia e
fino a prima dell’estate, la Campania aveva numeri sempre molto più bassi e un
controllo sociale costante, rigoroso ed efficace. Dopo l’estate, mentre a Firenze
e in altre città della Toscana i vigili hanno continuato a controllare che si
rispettino le distanze sociali nelle code per gli autobus, che si porti la
mascherina, ecc., in Campania la tolleranza inizialmente limitata ai comportamenti
indisciplinati dei turisti si è progressivamente estesa e generalizzata e,
complice anche la diffusione del contagio fra membri della polizia locale, nelle
città principali sono venuti meno i controlli. Il 15 settembre in Campania vi
sono 136 nuovi contagi, mentre in Toscana sono solo 41, ossia meno di un terzo.
Anche l’incremento dei contagi in Puglia è attribuibile ai flussi turistici
e ad un allentamento dei controlli sull’adozione delle misure preventive.
Il secondo giorno di scuola fa registrare l’impossibilità per molti istituti
scolastici di tenere le lezioni rispettando le distanze; spesso le dimensioni
delle aule sono appena sufficienti per ospitare con banchi unici distanziati un
terzo degli studenti di una classe.
L’Istituto Umberto I di Torino, privo di aule e banchi, è stato ospitato da
un parroco torinese nell’artistica Cappella di San Rocco, dove si sono svolte tutte
le lezioni della giornata. La sistemazione degli studenti sui banchi dei fedeli
di fronte all’altare, criticata da alcuni ragazzi non credenti, non sembra
destinata a una breve temporaneità, perché la soluzione dei problemi sembra non
essere prossima.
Trump annuncia che entro poche settimane sarà ultimato negli USA l’iter
sperimentale del primo vaccino contro SARS-CoV-2.
Mercoledì 16 settembre i nuovi contagi in Italia sono 1452, 12 i morti e
207 i ricoverati in terapia intensiva. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia
la regione più colpita non è più la Lombardia ma la Campania, con 186, seguita
dal Lazio con 165 e Veneto e Lombardia 159; oltre i 100 nuovi casi nelle 24 ore
anche Piemonte, Emilia Romagna e Puglia. All’Ospedale Cotugno di Napoli sono
occupati tutti i posti in terapia sub-intensiva e in terapia intensiva rimane
solo un posto libero; anche a Salerno i posti cominciano a scarseggiare. Un
mese fa negli ospedali campani i ricoverati per coronavirus erano pressoché
azzerati, ma in questi giorni il vertiginoso aumento dei ricoveri, che ha
superato i 300, preoccupa molto. A Napoli 14 vigili urbani contagiati e 150 in
quarantena, con conseguente riduzione dei controlli. In tutta Italia salgono a
177 i medici morti di COVID-19.
Il 17 di settembre i nuovi positivi sono 1585 e i deceduti nelle 24 ore 13;
la Lombardia riprende il primo posto per numero di nuovi affetti con 281,
seguita dalla Campania con 195 e dal Lazio con 181. Aumentano a 212 i pazienti
in terapia intensiva e i ricoverati, che raggiungono i 2348 su un totale di
41413, prevalentemente in “isolamento fiduciario a casa”. È importante notare
che in varie regioni – esemplare il caso della Campania – una frazione
significativa dei nuovi ammalati è costituita da persone che sono rientrate da
tempo dalle vacanze trascorse in aree di grande diffusione del virus o sono
state in contatto molto tempo prima con persone che hanno contratto l’infezione
in vacanza. In altri termini, l’ennesima conferma di periodi di latenza
variabili, spesso molto più lunghi dei 14 giorni adottati in Italia come “numero
magico” per incubazione e durata della malattia, a dispetto di quanto rilevato e
segnalato dai ricercatori fin dalla prime fasi della pandemia.
L’inizio della scuola ha fatto registrare altri prevedibili problemi, con
decine di interruzioni delle lezioni in tutta Italia, dal Friuli alla Sicilia.
Ad esempio, 115 ragazzi dell’ISIS Michelangelo Buonarroti di Monfalcone (Gorizia)
in isolamento fiduciario per la positività di un professore; bimbi isolati in
Veneto dopo un’assenza; in Trentino Alto Adige per 3 studenti contagiati, in
quarantena 23 compagni di classe e 3 insegnanti; in Lombardia 4 intere classi
in isolamento; in Piemonte 5, tra studenti e operatori scolastici positivi,
hanno imposto il confinamento a casa dei contatti; in Liguria, soprattutto per
il cluster di 800 positivi nella provincia di La Spezia, la scuola non è
ripresa lunedì; tuttavia, una bambina che aveva frequentato un asilo genovese,
poi ricoverata all’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, è risultata
positiva a SARS-CoV-2 e ha contagiato la madre; in provincia di Lucca un bambino
di scuola primaria è risultato positivo il 16 settembre, mentre altri 42 sono
risultati positivi dagli accertamenti del primo giorno di scuola; 18 alunni e
tre maestre in quarantena in provincia di Massa Carrara da lunedì 14, dopo la
positività al tampone di una bambina che aveva partecipato anche ad incontri
prescolastici; a Rimini e Ferrara molti studenti in isolamento; in provincia di
Roma, a Monterotondo, dopo la positività al tampone di uno studente, messa in
isolamento tutta la classe; in provincia di Oristano, in Sardegna, 20 studenti
in isolamento, in attesa di tampone; in Puglia il picco di contagi ha sconsigliato
l’inizio delle attività scolastiche, e a Bitonto, ad esempio, si è posticipato
già al 28 l’inizio previsto il 24; in Sicilia, a Palermo, ieri l’altro sono
stati chiusi due asili nido comunali in seguito a positività di adulti che vi
si recano, e a Casa Santa, frazione di Erice nel trapanese, è stata chiusa una
scuola dell’infanzia per positività di una maestra a SARS-CoV-2.
Il TAR ha dato ragione al presidente regionale del Piemonte nella
controversia con il Ministero sulla misurazione della temperatura: potranno
occuparsene le scuole, eventualmente verificando il rilievo termometrico
casalingo.
Sempre il 17 settembre, a Polignano è stato scoperto e denunciato un positivo
in presunto “isolamento domiciliare” che andava tranquillamente a fare la
spesa. Purtroppo è solo la punta emergente di un iceberg, la cui
esistenza è a tutti nota, ma sempre ignorata, e spiega l’incremento
esponenziale dopo un numero relativamente basso di contagi dall’estero: i
positivi continuano a diffondere il virus a contatti che a loro volta infettano
da perfetti ignari asintomatici tante altre persone. La propagazione a “raggiera
di catene” si interrompe in una catena ogni volta che un contagiato presenta sintomi
preoccupanti e, sottoposto a tampone, risulta positivo. Ma si interrompe realmente
in quel punto solo se il paziente viene ricoverato, altrimenti prosegue presso
il domicilio.
Isolamento vuol dire separazione del paziente dall’ambiente
sociale e preclusione di rapporti interumani. L’isolamento non si fa a casa sulla
parola, come se fossero arresti domiciliari: richiede strutture sanitarie
specifiche, strumenti di alta protezione e personale specificamente formato e
protetto che entri in rapporto col paziente lo stretto necessario.
In Inghilterra si ritorna al lock down in aree circoscritte che
interessano 2 milioni di cittadini. A New York la riapertura delle scuole è
stata rinviata.
Venerdì 18 settembre si assiste a un brusco peggioramento: 1907 nuovi casi (dopo
i 1585 del giorno precedente) rilevati, per giunta, con un minor numero di
tamponi. Ricciardi finalmente fa sentire la voce dei medici dichiarando che l’Italia
deve tenere alta la guardia.
Che vuol dire? Poco o nulla se non si ritorna a far rispettare la distanza
sociale, all’obbligo di mascherine KN95 – realmente in grado di impedire il
passaggio del virus e non le decorative mascherine chirurgiche – a multare gli
assembramenti, a sorvegliare i cosiddetti “positivi in isolamento domiciliare”,
a chiudere le frontiere ai paesi con alta diffusione dei contagi o con basso
controllo e accertamento sanitario, e così via. Considerato il lento procedere
delle guarigioni rispetto ai nuovi contagiati, che crescono al ritmo ormai stimabile
intorno ai 1500-2000 al giorno, si deve considerare un progressivo accumulo di
contagiosi che solo in una minima parte sono ricoverati in reparti di isolamento
per malattie infettive contagiose. Infatti, una frazione ancora piccola è
ospedalizzata in reparti medici internistici muniti di strumenti per limitare
la trasmissione del virus e, infine, in massima parte i positivi con sintomi
lievi sono rinviati a casa in condizioni in cui stanno sistematicamente infettando
i membri della propria famiglia e il vicinato.
La Lombardia al primo posto per nuovi contagi con 224, seguita dalla
Campania che supera di nuovo i duecento con 208 positivi, e dal Lazio con 193.
In Gran Bretagna il lock down viene esteso a 15 milioni di
cittadini.
Sabato 19 settembre si registrano 24 morti nelle ventiquattro ore e 1638
nuovi contagi, con un incremento dei pazienti gravi in terapia intensiva che
raggiungono i 215. Da due mesi e mezzo non si avevano tanti decessi. La
Lombardia presenta il maggior numero di nuovi contagi con 249, seguita dal
Lazio che, con 197, conferma e peggiora il trend del giorno precedente; il
Veneto con 186 precede la Campania che ne dichiara 149, con cinquantanove nuovi
contagiati in meno del giorno precedente, ma con un decesso.
I media mettono la sordina alle notizie sui problemi connessi alla
riapertura delle scuole, ma alcune si diffondono ugualmente: un liceo scientifico
di Roma (Collegio San Giuseppe, frequentato da figli di VIP) dopo la positività
di uno studente è stato precauzionalmente chiuso (Adnkronos); nel
palermitano, dopo la registrazione di 36 nuovi casi in due comuni, chiuse tutte
le scuole (Tgcom24).
In serata si diffonde la notizia ANSA della riapertura da domenica 20 di
tutti gli stadi di Serie A ad un numero massimo di mille spettatori. Spadafora
parla di “esperimento per prossime riaperture”, ma molti giornalisti criticano
i tempi della decisione, presa durante il turno, quando quattro squadre hanno già
giocato senza pubblico. Noi ci chiediamo perché riaprire adesso con questa ascesa
di contagi e decessi nella popolazione, appena dopo che l’OMS ha dichiarato
questa fase la peggiore nel mondo dall’inizio della pandemia? Per aiutare i “poveri
miliardari” delle società di calcio? Ma non si era detto che con i diritti
televisivi meglio gestiti nella prossima stagione si sarebbero potuti
assicurare introiti sufficienti per consentire a tutti la visione delle partite
di calcio da casa, fino all’arrivo del vaccino anti-SARS-CoV-2?
Domenica 20, con ventimila tamponi in meno rispetto a sabato, i nuovi
positivi sono 1587. I pazienti deceduti nelle ventiquattro ore sono 15, i
ricoverati in terapia intensiva raggiungono i 222. La Lombardia ancora al primo
posto con 211 nuovi contagi e 5 morti, seguita dal Veneto con 173, Campania 171
e Lazio 165. La Toscana, che l’8 settembre aveva registrato 59 nuovi casi e il
15 settembre con 41 positivi era ancora a meno di un terzo dei nuovi contagi
campani, sale a 147 tamponi positivi in un giorno. In parte si pone in rapporto
questo rialzo numerico con i rientri dalle vacanze, ma, se il collegamento è
corretto, si deve registrare in molti casi un periodo di incubazione o latenza
di molto superiore alle due settimane.
In Emilia Romagna, dei 115 nuovi positivi, 74 erano stati contagiati da
parenti e conviventi quando erano ancora asintomatici e 51 di essi sono stati
riportati a focolai già noti.
In Sicilia, in poco più di un giorno, si sono rilevati 103 contagiati solo
nella “cittadella dei poveri” di Palermo, a riprova del fatto che quando è
realmente presente una persona che espelle il virus non bastano le mascherine
chirurgiche e il metro di distanza, ma bisogna evitare di respirare la sua aria
ed entrare in contatto con gli oggetti da questa persona contaminati. Dopo lo
sviluppo del focolaio nella “Missione Speranza e Carità” fondata dal laico Biagio
Conte, il presidente Musumeci ha dichiarato zona rossa l’insieme dei centri gestiti
dalla missione, che ospitano migranti, donne in difficoltà, senza tetto e indigenti.
È interessante il caso della Sardegna che, dopo aver ospitato focolai creati
da turisti e vacanzieri che hanno poi diffuso inconsapevolmente il virus in
molte regioni italiane, aveva avuto un netto calo di nuovi positivi con le partenze
di fine vacanze, ma ora vi sono 72 nuovi casi in 24 ore per effetto della
diffusione del contagio da parte di positivi rimasti in loco o per effetto di
un periodo di latenza molto lungo per contatti con positivi transitati nell’isola.
53 dei 72 sono stati scoperti mediante screening, e solo 19 per sospetto
diagnostico in pronto soccorso.
I problemi nella scuola continuano ad essere rilevanti e a non essere
presentati nei notiziari televisivi, ma stamane si sa di altre 39 classi in
quarantena in Lombardia. A Mantova dopo la positività di un bambino di 4 anni
rilevata sabato, sono ora in isolamento i 13 compagni di classe, due maestre e
una bidella. In Veneto, nel Trevigiano, 65 persone in quarantena per due
studenti ammalati di COVID-19, e così per 34 bambini e quattro insegnanti a
Conegliano veneto, dopo la positività di una bimba nella scuola dell’infanzia.
In Toscana decine di classi in quarantena in città delle province di Pisa,
Lucca e Massa Carrara. Casi simili nel resto d’Italia.
In Francia e Spagna la politica dell’allentare i controlli per favorire il
commercio e l’economia legata al turismo e alle attività di svago, si rivela
come un grave errore sanitario: in Francia in 24 ore si hanno 10549 nuovi casi
(e sono meno rispetto a ieri!) in Spagna si sono superati i 14000.
In Gran Bretagna, oltre a nuovi lock down mirati, sono previste
multe fino a 10000 sterline per chi non rispetta le misure di prevenzione del
contagio.
Antony Fauci, capo del Dipartimento di Malattie Infettive dei National Institutes
of Health (NIH) di Bethesda (Maryland, USA), ossia la massima istituzione
internazionale di ricerca medico-scientifica, ha dichiarato che difficilmente
il mondo sarà fuori dalla minaccia di questo virus prima di quattro anni; ma,
se alla diffusione di vaccini efficaci si assoceranno rigorose misure igieniche
e efficaci politiche sanitarie, nei paesi che attueranno vaccinazioni estese e
prevenzione rigorosa si potrà uscire dall’emergenza entro Natale 2021, ossia un
anno dopo l’avvio delle vaccinazioni negli USA. Antony Fauci ha ricordato che
vaccini con un’efficacia calcolata nella ricerca preclinica superiore al 90% e
prossima al 100% attualmente possono considerarsi, dopo il vaglio della sperimentazione
clinica, con un’efficacia non molto superiore al 70%.
Si ricorda l’evento elementare alla base dell’efficacia sociale della
vaccinazione: ogni virus che incontra un organismo immunizzato muore. Pertanto,
mentre oggi l’effettiva eliminazione del virus è legata prevalentemente alla
morte del paziente e, in parte, alla quota che si disperde nell’ambiente non trovando
organismi umani ospitanti, con la vaccinazione diffusa si crea una barriera che
nel tempo elimina il virus da una comunità. Il rischio futuro sarà dell’esistenza
di paesi che per arretratezza sanitaria potrebbero finire per ospitare focolai endemici
permanenti di SARS-CoV-2, favorendo la possibilità della selezione evolutiva di
ceppi per i quali i vaccini in uso potrebbero non essere efficaci. L’OMS
sottolinea la necessità nel futuro prossimo di impegnarsi perché si abbia la
possibilità di vaccinare in tutto il mondo tutte le categorie di cittadini a
rischio e maggiormente esposte all’infezione e alla possibilità di trasmissione.
Lunedì 21 settembre i nuovi positivi sono 1350, ma aumentano i decessi (17),
i ricoveri, con altri 110 ricoverati nelle 24 ore, e i pazienti in terapia
intensiva che sono 232. La Campania al primo posto con 243 nuovi casi e con 22 nuovi
ricoveri che portano a 366 il totale dei pazienti COVID-19 ospedalizzati, 22
dei quali in terapia intensiva.
Il record della Campania, registrato con un numero di tamponi molto più basso
della media, conferma che l’abbandono dei comportamenti virtuosi che vi è stato
dalla scorsa estate è responsabile in gran parte della situazione: nella
maggior parte delle città campane si rilevano assembramenti quotidiani e
assoluta mancanza di distanziamento sociale in locali pubblici, supermercati e uffici.
La Campania è seguita dal Lazio con 198 nuovi contagi, Emilia Romagna con 116 e
Veneto 103, mentre la Lombardia fa registrare un calo significativo: solo 90
positivi. In particolare, Milano è passata da 46 del giorno prima a soli 7
casi.
Nella maggior parte dei notiziari nazionali non si spende una sola parola
sui 17 morti, anche perché l’attenzione è tutta sui risultati delle elezioni
locali e del referendum sul numero dei parlamentari. Nel Lazio sono deceduti 5
pazienti affetti da COVID-19, ben 3 sono morti in Sicilia, 2 in Sardegna e gli
altri 7 uno per ciascuna delle seguenti regioni: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna,
Lombardia, Piemonte, Puglia e Umbria.
Chiunque abbia la solidarietà umana nel bagaglio della propria sensibilità
e la capacità di immedesimazione nell’intelligenza della propria coscienza, non
può trascurare il fatto che queste persone non sarebbero morte se vi fossero
stati comportamenti sociali adeguati[3].
Martedì 22 settembre i nuovi contagi sono 1329 e i deceduti 14, mentre
arrivano a 239 i pazienti in terapia intensiva. Il record negativo è del Lazio
con 238 nuovi casi: mai dall’inizio della pandemia un dato così elevato, e il
precedente massimo raggiunto in questa regione si era avuto il 22 agosto (215),
dunque sempre dopo l’estate caratterizzata da allentamento o abbandono delle
misure precauzionali. Nel Lazio sono morti 4 pazienti nelle 24 ore; l’assessore
regionale alla sanità Alessio D’Amato precisa che l’alto numero di contagiati si
deve ai 141 casi diagnosticati nella sola città di Roma. La Lombardia è al
secondo posto con 182 nuovi positivi e due decessi; nella città di Milano i
nuovi diagnosticati sono 47: esattamente un terzo di quelli di Roma.
La Campania al terzo posto con 156 e il Veneto al quarto con 119. Alcune
regioni fanno sperare che questa fase di incremento possa cessare prima della
prevista seconda ondata autunnale, quando saranno più basse le temperature e le
difese immunitarie. Ecco i nuovi contagi in alcune “isole felici”: Valle D’Aosta
1, Molise 2, Friuli Venezia Giulia 7. Non male anche Marche e Abbruzzo con 18,
Trentino Alto Adige con 25 e Umbria con 26.
Continuano i problemi nella scuola e, nelle regioni che non hanno ancora
aperto, numerosi capi di istituto hanno già previsto di procrastinare
ulteriormente la data di inizio dell’anno scolastico.
Ormai si parla di seconda ondata in tutto il mondo, fatta eccezione per la
Cina, che ufficialmente non comunica nuovi contagi e, dunque, lascia supporre
che non ve ne siano.
Mercoledì 23 settembre con 1640 nuovi casi si registra un nuovo picco di
morti: 20 nelle 24 ore. La Campania al primo posto con 248 nuovi contagi stacca
di molto le altre regioni: 52 più della Lombardia (196), 51 più del Lazio (195),
98 più del Veneto (150), 140 più della Liguria (108); 147 più dell’Emilia
Romagna (101). Dei 195 nuovi casi del Lazio, 135 sono stati accertati a Roma.
In Lombardia 439, tra alunni delle scuole elementari e studenti delle
superiori (in maggioranza), sono risultati infetti da SARS-CoV-2; 43 classi
sono state chiuse per la sanificazione e 453 persone, fra allievi e operatori
scolastici, sono state messe in quarantena. A Roma registrati studenti positivi
a Nuovo Salario e Acilia, e il plesso di Tor de’ Schiavi è stato già sanificato;
casi positivi registrati in altri istituti romani e della provincia, hanno
costretto a cambiare il calendario didattico. A L’Aquila, per la positività di
due dipendenti di una scuola materna e asilo nido, slitta l’apertura prevista
per domani e si programma la quarantena. Tre plessi scolastici di Barletta,
dove sei docenti sono risultati positivi, sono stati chiusi, è stata disposta
la quarantena e sono state avviate le operazioni di sanificazione.
A Misilmeri, in provincia di Palermo, dopo un record di casi, oltre alle
scuole, sono stati chiusi anche parchi pubblici, palestre, impianti sportivi,
scuole di ballo, sale scommesse, sale giochi, circoli, associazioni musicali,
sportive, culturali e artistiche.
Giovedì 24 i nuovi contagi salgono a 1786 con 23 pazienti morti. Il Veneto
ha una brusca impennata a 248 nuovi casi con due vittime, segue la Lombardia
con 229 positivi e al terzo posto la Campania con 195: finalmente si decide in
questa regione, che ha avuto il maggior numero di casi dell’ultimo mese, di
ripristinare l’obbligo della mascherina all’aperto, come già si è fatto a
Genova e poi a Foggia.
Sono quotidiani i rilievi di calciatori positivi al tampone – ultimo in
ordine di tempo Ibrahimovic – con quarantene di tutti i contatti; ma il ministro
Spadafora annuncia la progressiva riapertura degli stadi, che passeranno dai
mille spettatori attualmente consentiti a quote intorno ai 20.000. Più
precisamente, è in discussione la richiesta di riaprire gli stadi per un quarto
della loro capienza. Sarebbe stato logico con dati come quelli
Venerdì 25 si rilevano 1912 nuovi casi e 20 decessi, con la Lombardia che fa
registrare 277 nuovi positivi. La Campania raggiunge i 253 positivi nelle 24
ore; la gravità del dato si desume dal confronto con la fine del mese di marzo,
durante il lock down, quando i nuovi contagi erano circa un centinaio al
giorno, e con il 25 maggio, ossia la settimana dopo la prima riapertura quando
i nuovi positivi erano solo 10, cioè un venticinquesimo di quelli attuali. Il presidente
della regione sta considerando la possibilità di una nuova chiusura di attività
sociali ed esercizi commerciali.
Nuovi contagi in 400 istituti scolastici: per 75 è stata disposta la
chiusura.
Stefano Vella, immunologo dell’Università Cattolica, definisce “disastro di
questa estate” l’abbandono delle precauzioni con i viaggi che hanno riportato
SARS-CoV-2 in Italia, e dice che la nuova ondata è stata causata
sostanzialmente dalle vacanze all’estero dei giovani e dagli assembramenti
senza mascherina. Secondo Vella i numeri in crescita non diventeranno
esponenziali perché sono la conseguenza a cascata delle trasgressioni estive
già cessate da tempo. Le previsioni degli epidemiologi collocano una pericolosa
e massiccia ondata di contagi fra ottobre e novembre.
I contagiati da SARS-CoV-2 nel mondo hanno superato la quota dei 32
milioni.
Come si vede dal resoconto di quanto accaduto in questi giorni, la tendenza
degli amministratori non è quella di prevenire, ma solo di contenere la
diffusione del contagio quando si è costretti dalle contingenze. Il 15
settembre abbiamo rilevato che dei 70 morti nell’ultima settimana non si
parlava nei notiziari; dopo un’altra settimana, dal 16 al 23, si contano 125
nuovi decessi, il che vuol dire quasi duecento persone in due settimane, ma
sembra non interessare nessuno: il sistema ospedaliero può far fronte al flusso
attuale di ammalati, dunque la questione non interessa i politici e,
conseguentemente, i giornalisti. Questo atteggiamento indebolisce la coscienza
del collegamento fra condotte e contagio, riducendo il grado di responsabilità
sociale avvertito dalla maggioranza: noi vogliamo ricordare a noi stessi e a quanti
leggono queste parole che molte delle morti di questi giorni potevano e dovevano
essere evitate.
Gli autori
della nota invitano alla lettura di tutti gli scritti sulla pandemia da
SARS-CoV-2 pubblicati nella sezione “IN CORSO”
del sito, oltre
quelli pubblicati successivamente nelle “NOTE E NOTIZIE”.
Roberto Colonna
& Lorenzo L. Borgia
BM&L-26 settembre 2020
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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Note e Notizie 30-05-20 Perché
in Italia le nuove conoscenze su SARS-CoV-2 sono ignorate? L’articolo
affronta specificamente la questione in rapporto al nostro Paese, ma il
problema riguarda i responsabili politici della gestione sanitaria della
maggior parte dei paesi del mondo, in molti casi con errori e responsabilità
ben più gravi di quelle che si possono rilevare in Italia.
[2] Note e Notizie 11-04-20 Trasmissibilità
aerea e persistenza del nuovo coronavirus sulle superfici. Si vedano anche Note
e Notizie 25-04-20 Aggiornamenti sulla protezione da SARS-CoV-2, Note e
Notizie 09-05-20 cosa abbiamo imparato da questa pandemia, ma anche tutta
la raccolta nella sezione “In Corso”.
[3] Uno di noi ha sentito al supermercato il commento di una signora che riferiva
di un focolaio sviluppato dal rientro dalle vacanze all’estero di sua nipote
con un gruppo di amici, che ora si ritrovavano con genitori, nonni e altri
parenti in terapia intensiva, mentre tutti loro erano in isolamento domiciliare.
Sarebbe bastato rinunciare per una volta alle vacanze all’estero – osservava giustamente
la signora – per evitare queste gravi conseguenze.